edutecnica

La forza

      

Per definizione, la forza è un fenomeno fisico che provoca cambiamenti del moto di un oggetto oppure provoca la deformazione di un oggetto.

La forza può cambiare la velocità di un corpo.

Una variazione di velocità di un oggetto corrisponde alla presenza di una accelerazione. Dunque, forza ed accelerazione sono due grandezze fisiche strettamente correlate.

cosa sono le forze

Misura della forza

      

Possiamo basarci anche solo su una nozione intuitiva di forza, derivata dalla nostra esperienza quotidiana, come quella della forza necessaria per sollevare o spingere un peso. Questa nozione intuitiva suggerisce che la forza è una quantità vettoriale.

Per descrivere una forza occorrono tre informazioni.

vettore forza

Il punto di applicazione di una forza, che indica il punto specifico in cui la forza viene applicata su un oggetto, rappresenta un’informazione supplementare di non secondaria importanza.

L'unità di misura della forza è il newton che ha simbolo N. Per definizione un newton è pari all'intensità della forza peso con cui la terra attrae un corpo di massa uguale a 102 grammi.
Alternativamente possiamo dire che la terra esercita una forza di 9,8N su un oggetto di massa 1kg a livello del mare.


Tipi di forze

      

Le principali tipologie di forze possono suddivise in due categorie:

Tra le forze di contatto possiamo annoverare le seguenti:

Tra le forze di a distanza possiamo abbiamo:

esempi di forze

Classificazione delle forze

  

Nel contesto della meccanica classica (newtoniana) dobbiamo esclusivamente considerare solo le forze di contatto e la forza di gravità (forza a distanza) che determina la forza peso. In questo caso le forze che si manifestano possono essere classificate in due categorie principali.

Le forze attive sono le forze agenti sul sistema che non sono dovute ai vincoli; esse si dividono in:

Le forze reattive o reazioni vincolari sono quelle forze che immaginiamo di sostituire ai vincoli per mantenere la stessa configurazione di equilibrio (in statica) o lo stesso movimento (in dinamica).

Quindi le forze possono essere classificate nel seguente modo

$\{\table forze\;\;attive\;\;interne ; forze\;\;attive\;\;esterne $

$\{\table forze\;\;reattive\;\;interne ; forze\;\;reattive\;\;esterne $

Ad esempio se il sistema è un'automobile:

forze attive e forze reattive

A : forza attiva esterna (resistente).
R : forze reattive esterne.
P : peso, forza attiva esterna (motrice in discesa, resistente in salita).
K : attrito, forza reattiva esterna.
F : forza motrice, forza attiva interna che è la forza generata durante lo scoppio sul pistone nella camera di combustione.


Operazioni sulle forze

      

La forza è dunque un vettore, dotato di intensità, o modulo, direzione e verso. Ciò significa che quando due o più forze agiscono su un corpo, possiamo comporle per trovare la forza netta o forza risultante, semplicemente operando l'addizione vettoriale delle singole forze secondo le regole assegnate nella pagina sui vettori.
Una sola forza dunque, che presenti il modulo, la direzione e il verso della risultante di questa somma, produce sul corpo lo stesso effetto che verrebbe prodotto da tutte le forze componenti agenti insieme su di esso.
Questa proprietà è detta principio di sovrapposizione delle forze. Nello schema seguente si riassumono queste proprietà.

risultante somma di forze

Quando le forze si trovano su diverse rette di azioni si parla di forze concorrenti. Per trovare la forza risultante netta F, in questo caso, oltre al metodo grafico del parallelogramma è possibile usare la formula del teorema di Carnot.

$$F=√{F_1^2+F_2^2+2·F_1·F_2·cosα}$$

formula di Carnot

con α angolo formato tra le due forze $F_1$ ed $F_2$ di cui deve essere nota l’intensità.

Rimane invariata anche la proprietà della moltiplicazione (o divisione) di una forza per un valore scalare.

moltiplicazione di una forza per uno scalare

Di particolare importanza rimane la tecnica della scomposizione di un vettore nelle sue componenti cartesiane x ed y .

componenti cartesiane di un vettore

Nello schema successivo viene messo in evidenza come sia possibile trovare la forza netta F risultante dalla somma di due vettori $F_1$ ed $F_2$ sia col metodo grafico punta-coda che attraverso la somma cartesiana dei due vettori componenti.

somma di forze con metodo punta-coda

I due vettori $F_1$ e $F_2$ si possono sommare geometricamente disegnandoli nella medesima scala e collocandoli uno di seguito all'altro, cioè ponendo la coda del secondo in corrispondenza della punta del primo. Il vettore che congiunge la coda di $F_1$ alla punta di $F_2$ è il vettore somma F.

In alternativa possiamo usare il metodo analitico delle componenti cartesiane, considerando che:

$\{\table F_{1x}=F_1cosα ; F_{1y}=F_1sinα $

$\{\table F_{2x}=F_2cosβ ; F_{2y}=F_2sinβ $

$\{\table F_x=F_{1x}+F_{2x} ; F_y=F_{1y}+F_{2y} $

$\{\table F=√{F_x^2+F_y^2} ; γ=arctg(F_y/F_x) $

Forza-peso

      

Sulla terra tutti gli oggetti hanno un peso, ma prima di parlare di "peso" è meglio chiarire un frequente malinteso. Quando noi cerchiamo di capire quanto pesiamo, semplicemente saliamo su una bilancia, ma il valore che leggiamo, in kg, non è il nostro peso, bensì la nostra massa (infatti la massa si misura in kg). A questa massa è associata una forza peso data dalla formula:

$p↖{→}=m·g↖{→}$

p è dunque la nostra forza-peso e si misura in newton [N] mentre $g=9,81m/{s^2}$ è l’accelerazione di gravità. La forza peso è un vettore con intensità p, diretta verticalmente con senso verso il basso con punto di applicazione, idealmente, fissato nel baricentro dell’oggetto in qustione. La formula è diretta conseguenza della seconda legge di Newton $F↖{→}==m·a↖{→}$ e con la definizione di forza data all’inizio.

Forza di attrito

      

Le forze di attrito sono forze di contatto passive che si incontrano frequentemente in numerosi problemi di fisica. Ciò è dovuto al fatto che i corpi non sono liberi nello spazio ma si muovono sempre a contatto con altri corpi o in mezzo ad un fluido. Dato che le superfici a contatto non sono mai perfettamente lisce e c’è sempre la presenza di aria, nascono delle resistenze che si oppongono al moto. Per questo motivo non sarà mai possibile che un corpo si muova eternamente per inerzia, ma ben presto rallenterà e si fermerà per effetto delle resistenze passive di attrito.

In prima battuta le resistenze di attrito possono essere classificate come:

Si ha attrito radente quando un corpo striscia su un altro. La resistenza di attrito R che nasce dallo strisciamento è diretta in senso opposto a quella del movimento ed è causata dall’inevitabile rugosità delle superfici a contatto.

L’attrito dipende dalla natura dei corpi a contatto e dal grado di rugosità delle loro superfici.
L’attrito è direttamente proporzionale alla pressione normale che il corpo in moto esercita sulla superficie di contatto.
L’attrito di primo distacco è generalmente 1,5÷3 volte maggiore di quello durante il moto .

attrito radente

Si chiama coefficiente di attrito ($f$) il rapporto tra la resistenza di attrito R (in newton [N]) e la pressione normale p (in N) al piano di strisciamento o di rotolamento.

$$f=R/p$$

La resistenza di attrito $f$ può essere, dunque, ottenuta dalla formula:

$R=f·p$

Nella tabella seguente sono riportati i valori medi di alcuni coefficienti di attrito.

superfici secche lubrificate
Acciaio su acciaio 0,2 0,1
Ghisa su ghisa 0,12 0,07
Bronzo su ghisa 0,15 0,08
Cuoio su ghisa 0,5 -
Metallo su legno 0,5 0,2
Legno su legno 0,4 0,15

Dinamometro

   

La misura di una forza può essere effettuata tramite il dinamometro. Lo strumento è costituito da una molla inserita in un involucro cilindrico che ha una parte fissa ed una mobile.

dinamometro

Sulla parte mobile è riportata una scala graduata che permette di misurare l’allungamento della molla.
Lo zero della scala corrisponde all’assenza della forza applicata.
Quando alla molla viene applicata una forza, la parte mobile fuoriesce ed è possibile valutare l’intensità della forza sulla scala graduata.

dinamometro per le forze
La semplicità di questa misura è dovuta alla legge fisica che la sottende: la legge di Hooke che mette in relazione l’allungamento x della molla con la forza di richiamo F.

$F=-k·x$

Noto il valore della costante elastica k della molla e dell’allungamento x della stessa è possibile trovare la forza F applicata.

Argomenti correlati :