Piano inclinato
Il piano inclinato è una macchina semplice che può essere ottenuta
appoggiando un corpo rigido sopra una superficie inclinata di un prefissato
angolo rispetto all'orizzontale.
Il contatto fra le superfici del corpo appoggiato può essere caratterizzato
da attrito, oppure no; in quest' ultimo caso si parla di vincoli lisci.
Ipotizziamo per semplicità la situazione disegnata in figura, dove un
parallelepipedo dotato di massa m e quindi di peso p=mg venga appoggiato
al piano inclinato che qui immaginiamo privo di attrito.
Decomponiamo il vettore forza peso [p] secondo le direttrici normale [n] e tangenziale [t] al piano, passanti per il baricentro del corpo rigido ottenendo i due vettori pn e pt.
Possiamo anche non sapere o non ricordarci niente di trigonometria,
l'importante è osservare che il triangolo di lati
b-h-L è simile al triangolo di lati pn-pt-p, come
evidenziato; questo ci permette di impostare la proporzione:
Se invece si vuole tener conto della trigonometria, basta osservare che
Quando un corpo è semplicemente appoggiato ad un piano, la reazione vincolare N di questo è sempre perpendicolare al piano stesso.
Se immaginiamo il corpo rigido descritto come un punto materiale, identificabile
col suo baricentro in cui sia concentrata tutta la forza peso notiamo
come la componente pn normale al piano sia compensata dalla
reazione vincolare N mentre la componente tangenziale al piano pt
non è compensata da niente. Da qui si deduce che se non ci sono forze
che vanno ad equilibrare la pt questa forza tende a far scendere
il corpo lungo il piano.
Le possibili forze che possono compensare pt sono
a) la forza di attrito tra il piano ed il grave
b) una forza equilibrante esterna applicata al grave
Quando non vi è attrito, si parla esplicitamente di vincolo liscio. Quando vi è attrito, deve essere assegnato f=coefficiente di attrito. Se si ragiona semplicemente su un corpo rigido appoggiato ad un piano orizzontale
La
forza di attrito si calcola moltiplicando la forza
attiva perpendicolare al piano di appoggio per il coefficiente di
attrito.
In questo caso la forza attiva verticale coincide con la forza peso p, quindi
R=f·p ne consegue che per muovere orizzontalmente il corpo in questione
bisogna applicare una forza F ≥ R.
Bisogna fare attenzione al fatto che la forza
di attrito si manifesta sempre in senso
contrario alla direzione dello spostamento.
Se il corpo è inizialmente fermo si parla di coefficiente di attrito statico
[fs] mentre quando lo stesso oggetto è già in moto bisogna considerare
il coefficiente di attrito dinamico [fd] chiaramente risulta
fs > fd.
Nel caso specifico del piano inclinato la forza normale al piano è pn
essa genera una forza di attrito R=fs·pn; si
conclude che finchè
il
corpo resta fermo.
Quando questa condizione non è più vera, il corpo si mette il movimento lungo il piano.
Bisogna precisare che quando si parla di forza attiva verticale si intende la forza attiva netta. Ad esempio se su un piano orizzontale oltre alla forza peso p agisce anche una seconda forza T la forza attiva netta che agisce in direzione verticale coincide con N=p-Ty dunque :
La forza attiva verticale nel casi di un corpo appoggiato coinciderà sempre con la reazione vincolare di quel corpo che per definizione è perpendicolare al piano stesso.
E' facile tradurre questa eventualità anche nel caso di un grave collocato su un piano inclinato:
in questo caso le forze attive applicate in direzione perpendicolare all'appoggio sono pn e T, quest'ultima ha evidentemente una componente in direzione normale contro il piano di appoggio, cospirante con pn che vale Tn=Tcosα. La somma algebrica di queste due forze coincide con la reazione vincolare N.
In generale, per calcolare la forza di attrito è più corretto considerare la reazione vincolare normale al piano di appoggio (N) intesa come equilibrante delle forze attive agenti in direzione perpendicolare al piano stesso.
Cinematica del piano inclinato
Quando si considera un problema col piano inclinato è inevitabile decomporre
la forza peso secondo le due direzioni normale e tangenziale al piano
stesso.
La componente normale è compensata dalla reazione vincolare N uguale
e contraria al piano stesso.
La componente normale pn è poi coinvolta nella generazione
della forza di attrito R=f·pn che si oppone al moto
del corpo che si trova sul piano.
La componente tangenziale al piano pt è invece responsabile
dello scivolamento verso il basso che può eventualmente instaurarsi
(dipende dall'eventuale presenza di attrito e dalla sua entità).
Si tratta di una forza costante che ha direzione costante lungo la direzione del piano inclinato. per la seconda legge della dinamica (F=ma) il grave si muove con accelerazione costante lungo la direzione del piano, verso il basso.
Chiaramente al termine della discesa il sistema di forze si ricompone,
diventando pn=p e pt=0.
Se pt=0 → a=0 ma sappiamo che a=Δv/t=0 →
Δv=0 :il corpo continuerà a muoversi lungo la direzione orizzontale
a velocità costante con moto uniforme. Questo, se non c'è attrito, altrimenti
la forza di attrito R=fd·p che si oppone al moto imprimerà
una decelerazione al corpo.
Nello schema 100px=1m e si ipotizza assenza di attrito.